in collaborazione con

Unione delle Camere Penali Italiane
Associazione Italiana Giovani Avvocati
DIRITTO & FORMAZIONE
Rivista per la formazione e l’aggiornamento
nelle professioni giuridiche

I SEMINARI DELL’AVVOCATURA

PROCESSO E VERITÀ

Roma, 25 ottobre 2003
Centro Congressi Frentani
Via dei Frentani, 4

PRESENTAZIONE

“Quid est veritas?” chiede Pilato a Gesù, congedandolo prima di una risposta che avrebbe sicuramente illuminato il genere umano. Questo celebre esempio di confronto tra il giudice e la verità testimonia un rapporto tormentoso che, dal caso concreto, trascende fino a coinvolgere concetti assoluti e metafisici.
La verità, intesa come entità astratta, preesistente alla umana ricerca, è stata, da tempo immemorabile, oggetto di studio filosofico e teologico sia nella sua sussistenza sia per l’individuazione dei corretti metodi di conoscenza.
Per il giurista il problema della verità rappresenta l’essenza del processo: in ogni processo, sia esso civile penale o amministrativo, la decisione stabilisce con la sua autorità una verità processuale che è il risultato di una ricerca e di una interpretazione condotta con i vincoli delle procedure e attraverso il confronto tra le argomentazioni giuridiche degli avvocati.
Il diritto, si afferma, è argomentazione perchè è nel processo che attraverso il confronto delle tesi contrapposte viene accertata la “verità” della regola da applicare e la “verità” del fatto al quale applicarla. Ma i sistemi di ricerca e di conoscenza della verità nel processo sono anche in relazione ai valori condivisi nella società ovvero imposti dal legislatore e ciò assume particolare evidenza nel processo penale.
Anche il giurista si è confrontato con il problema della verità, elaborando differenti sistemi di conoscenza corrispondenti ai diversi valori cui lo Stato si ispira.
In uno Stato autoritario, che privilegia il bene collettivo sulle garanzie individuali, portatore di valori etici da imporre ai cittadini per la realizzazione di una missione salvifica, la Giustizia è una funzione che si nutre di verità assolute.
Il sistema inquisitorio, tipico di tale modello, è quello nel quale il P.M., organo dell’accusa ma anche magistrato, ricerca la verità materiale formando la prova in una attività solitaria e libera da vincoli di natura garantistica. Il giudice è accomunato al P.M. in quanto espressione del medesimo potere professionale, che lo avvince all’organo dell’accusa con una stessa finalità: la ricerca della verità materiale. Il difensore, in tale sistema, è un’appendice marginale del processo, che contesta l’accusa, all’ultimo, quando i giuochi sono fatti.
E’ un sistema che si ispira ad una concezione supponente della umana capacità di raggiungere la verità in solitaria ricerca, paragonabile a quella scientifica, come se gli accadimenti umani fossero equiparabili agli eventi naturali e non subissero il traviamento costante del pregiudizio, dell’intuizione emotiva, della caparbietà che non ricerca ma forma gli elementi di conferma dei propri, spesso fantasiosi sospetti. Tuttavia mentre le verità scientifiche si confermano o si infrangono di fronte alle aritmetiche certezze della fisica o della chimica, le verità umane non possono spogliarsi delle adulterazioni della menzogna, giammai completamente visibile.
Per questo uno Stato laico, che antepone il dubbio alle verità rivelate, che garantisce il cittadino piuttosto che sacrificarlo ai valori etici propri dell’autorità, predilige il sistema accusatorio contraddistinto dal metodo conoscitivo del contraddittorio fra parti paritarie dinnanzi a un giudice terzo. La ricerca della verità sostanziale è sostituita dal perseguimento di una verità formale, che ritiene legittima fonte di conoscenza giudiziaria solo quelle prove formate dalle parti e acquisite nel processo nel rispetto delle regole e delle garanzie proprie del contraddittorio.

Sarebbe errato ritenere che tale metodo processuale persegua una verità di livello inferiore, sacrificandola alla garanzia dovuta al cittadino sottoposto a processo. E’ vero, al contrario, che il metodo accusatorio assicura, più di quello inquisitorio, di evitare l’errore giudiziario e quindi persegue, con maggiore efficacia, la tendenza alla verità, o meglio persegue una certezza al di là di qualsiasi ragionevole dubbio, concetto più umano della verità, ma non meno nobile e soprattutto meno insidioso.
Ed il rapporto tra Avvocato e verità?
Nel regime inquisitorio l’avvocato, per il suo insignificante ruolo processuale, era sicuramente legittimato a difendere la menzogna del suo assistito; nel processo accusatorio, ove le parti si contrappongono in regime di parità, si dubita che il difensore possa contribuire alla formazione della prova conoscendo la falsità della tesi che si propone di sostenere. La vera novità del processo accusatorio sta infatti nella facoltà delle parti di formare la prova in condizione di parità. Però mentre il P.M. ha l’obbligo di produrre tutte le conoscenze che acquisisce nel corso dell’indagine preliminare, il difensore può, al contrario, selezionare le sue conoscenze, avvalendosi solo di quelle favorevoli al suo assistito.
Tuttavia se tale regola legittimasse il difensore a sostenere consapevolmente una menzogna, risulterebbe inevitabile per il P.M. occupare nel processo una posizione di maggiore rilievo ed autorevolezza relegando di nuovo il difensore nel ruolo di parte inaffidabile e quindi ancora una volta subordinata.
Qualcosa deve cambiare? Parliamone! (Titta Madia)

Programma dei lavori

ore 9.30 Apertura dei lavori
Presiede: Remo Danovi
Avvocato, Presidente del Consiglio Nazionale Forense

Introduce il tema
E. Nicola Buccico
Avvocato, Presidente della V Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura

ore 10 Relazioni
Titta Madia
Avvocato in Roma
Edmondo Bruti Liberati
Magistrato, Presidente della Associazione Nazionale Magistrati

ore 11 Interventi

ore 13.30 Buffet

ore 14.30 Relazioni
Gianni Vattimo
Professore ordinario di Filosofia Teoretica all’Università di Torino
Ettore Randazzo
Avvocato, Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane

ore 15.30 Interventi

ore 17 Relazione di sintesi
Eligio Resta
Professore ordinario di Filosofia del Diritto all’Università Roma Tre

Interverranno

Roberto Aloisio, Avvocato in Roma, Claudio Botti, Avvocato in Napoli, Corso Bovio, Avvocato in Milano, Renato Bricchetti, Magistrato, Francesco Caringella, Consigliere di Stato, Adelino Cattani, Docente di Filosofia del Linguaggio all’Università di Padova, Francesco Cavalla, Avvocato, Professore ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Padova, Antonio Leonardi, Avvocato in Catania, Marco Lipari, Consigliere di Stato, Alarico Mariani Marini, Avvocato, Vice-Presidente del Centro di formazione del C.N.F., Giorgio Orsoni, Avvocato, Professore straordinario di Diritto Amministrativo all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Componente del C.N.F., Mario Papa, Avvocato, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, Stefano Racheli, Magistrato, Pietro Ruggieri, Avvocato, Componente del C.N.F., Giovanni Tinebra, Magistrato, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Consiglio Nazionale Forense
Centro per la formazione e l’aggiornamento professionale degli avvocati
Roma, Via del Governo Vecchio, 3
Tel. 06/6872866 – fax 06/6873013 – e-mail cnf.formazione@tin.it

Il seminario si svolgerà a Roma presso il Centro Congressi Frentani – Via dei Frentani, 4.

Per la partecipazione è richiesto un contributo di euro 50,00 per coloro che si iscriveranno entro il 10 ottobre 2003, di euro 60,00 per coloro che si iscriveranno successivamente o all’inizio dei lavori. Per ragioni organizzative si raccomanda di comunicare l’iscrizione nel termine indicato.
Il contributo dovrà essere versato all’atto della iscrizione mediante bonifico bancario sul conto corrente n. 18673 intestato a C.N.F. Centro per la formazione e l’aggiornamento professionale degli avvocati acceso presso la Banca Nazionale del Lavoro, agenzia 6, Largo Arenula n. 28/29 – Roma (ABI 01005 – CAB 03206).

Durante la sospensione dei lavori sarà servito un buffet in sede.

Si prega si indicare all’atto della iscrizione: nome, cognome, Ordine o Istituzione di appartenenza, domicilio professionale, telefono, fax, e-mail.

Le iscrizioni che perverrano fuori termine saranno accolte secondo le disponibilità.

Per ogni informazione utile rivolgersi agli uffici del Centro di formazione dalle ore 10 alle ore 13, oppure via fax o e-mail.

Il seminario è organizzato in collaborazione con la rivista Diritto & Formazione, edita dalla Casa Editrice Giuffrè, alla quale collabora il Centro per la formazione e l’aggiornamento professionale degli avvocati del Consiglio Nazionale Forense.