Tante le perplessità sul disegno di legge appena licenziato dal Governo
DDL LIBERALIZZAZIONI, GIOVANI AVVOCATI, COMMERCIALISTI E NOTAI
«LA POLITICA NON STRUMENTALIZZI LE PROFESSIONI»
Giorgi, Aiga: «Più che incentivare la collaborazione tra professionisti, si gioca al “divide et impera”» Capuano, Asign: «Anziché aiutare il cittadino, si mina il delicato rapporto di competenze tra notai e avvocati» Segantini, Ungdcec: «Nel provvedimento manca un disegno complessivo, serve confronto in fase legislativa»
(Roma, 25/02/2015) Il processo di liberalizzazione si attua per ridurre o togliere restrizioni prima esistenti. Il tutto nella prospettiva di agevolare la concorrenza, e con essa un servizio migliore, in termini di qualità e costi. Quanto il governo sta attuando però non convince a pieno i giovani professionisti di Aiga (avvocati), Asign (notai), Ungdcec (commercialisti).
Aiga, Associazione Italiana Giovani Avvocati, con la presidenteNicoletta Giorgi esprime «una certa preoccupazione e delusione per la previsione della società di capitali così come formulata nel testo licenziato dal Consiglio dei ministri. Infatti manca del tutto la previsione della multidisciplinarietà, dei requisiti e limiti del socio di capitale (onde evitare abusi di posizione o addirittura conferimenti illeciti), della natura non commerciale della stessa escludendola, quindi, da ipotesi di fallimento e della qualificazione dei redditi come redditi da lavoro autonomo. Dato che il ministero della Giustizia non si è ancora occupato di individuare le categorie professionali con le quali l’avvocatura possa costituire associazioni ai sensi dell’art. 4 della legge247/2012, viene da pensare che non si voglia incentivare la collaborazione tra professioni, e quindi un servizio a tutto tondo di alta qualità, masi giochi ad un “divide et impera” piuttosto che fornire strumenti utili e realmente proponibili alla categoria. Non vogliamo essere strumentalizzati: vogliamo avere la possibilità di esercitare al meglio la nostra professione, in modo moderno, professionale e proficuamente competitivo. D’altronde che l’affidamento verso l’avvocatura non sia pienamente reale si intende facilmente dalla previsione dell’obbligatorietà del preventivo, dove la fiducia sulle capacità del professionista, l’intuitus personae, viene facilmente rottamata dalla capacità di fare la migliore offerta commerciale. La concorrenza in ogni mercato ha delle regole che tutelano il cittadino e chi in quel mercato opera. A quanto pare siamo ancora lontani da questa visione nel settore delle professioni che offrendo servizi intellettuali non può essere disciplinato dalla regola del prezzo più basso».
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