Approvazione in Senato maxiemandamento su unioni civili
Estensione all’avvocato della stipula degli atti di convivenza
Dopo un lunghissimo ed acceso dibattito politico-legislativo sulla discussione dei diritti
civili delle coppie di fatto e di quelle omosessuali, è stato approvato ieri al Senato, con
173 voti e favore e 71 contrari, la versione del DDL “Cirinnà” che adesso sarà
sottoposto al voto della Camera dei Deputati.
Il testo approvato – oltre a dare finalmente riconoscimento giuridico alle unioni civili –
all’art. 51 sostituisce il precedente art. 19 del testo originario che regolava la stipula dei
contratti di convivenza nella sola forma dell’atto pubblico e quindi ricevibili
esclusivamente dal Notaio incaricato, prevedendo, adesso, che i contratti di convivenza
possano essere stipulati anche nella forma di scrittura privata autenticata ricevuta da un
avvocato.
Si tratta di un determinante risultato che è stato fortemente voluto da AIGA, che già
con una propria delibera di giunta del 9 gennaio scorso, si era fatta portavoce della
necessità di proporre un apposito emendamento all’art. 19, richiedendo alle forze
politiche che il contratto di convivenza potesse essere stipulato anche dall’avvocato con
una scrittura privata che certificasse l’autografia delle firme e la conformità alle norme
imperative e all’ordine pubblico.
« Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, che costituisce un riconoscimento
all’Avvocatura di quella che è una delle sue funzioni essenziali, ossia di tutela dei diritti
civili delle persone – afferma Michele Vaira, Presidente Nazionale dell’ AIGA – Siamo
lieti che la politica abbia riconosciuto che la figura professionale che più di ogni altra
possiede gli strumenti culturali della mediazione e composizione di interessi, soprattutto
in ambito famigliare, è quella dell’avvocato. Di fronte al rischio di creare l’ennesima
ingiustificata “esclusiva” a favore dei notai, la modifica del DDL Cirinnà, oltre a
incentivare il ricorso ai contratti di convivenza, può costituire il punto di partenza per
un ripensamento radicale del riparto di competenze tra le due categorie professionali,
con un auspicabile ampliamento di competenze a favore della classe forense, nel
superiore interesse del cittadino a una maggiore concorrenza tra professionisti ».
Roma, 26 febbraio 2016